La didattica dell’affetto: l’amore come metodo di insegnamento

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By Deborah Doca

Usare come metodo di insegnamento l’amore, una didattica dell’affetto che potrebbe essere adottata e introdotta nel curriculum scolastico delle nostre scuole pubbliche e private. Perché no?

E riflettere bene su questo metodo.

Magari utilizzando le idee di quattro teorici dell’istruzione, che ci forniscono le conoscenze per apprendere la didattica dell’affetto e dell’amore quindi come maestro e modello di vita.

Lo psichiatra cileno, Cláudio Naranjo, sottolinea che quando c’è amore nel modo di insegnare, lo studente apprende più facilmente qualsiasi contenuto.

È sua ferma convinzione che investire in una didattica affettiva è la via d’uscita per stimolare l’auto-conoscenza degli studenti, in particolare dei bambini e degli adolescenti, formando esseri autonomi e sani.

Da questa prospettiva, il ruolo dell’educatore è quello di guidare lo studente a scoprire, riflettere, discutere e verificare.

Per questo, è essenziale stimolare la conoscenza di se stessi, rispettando le caratteristiche di ciascuno.

Tutto è più efficace quando il bambino capisce cosa ha maggior senso per lui.

Dal punto di vista didattico, i nostri educatori dovrebbero essere maggiormente amorevoli, premurosi e accoglienti, per aiutare più efficacemente gli studenti non solo ad apprendere meglio, ma per cambiare il mondo.

In questo contesto, Naranjo ci ricorda, abbiamo bisogno di un cambiamento di coscienza e il modo migliore è la trasformazione dell’istruzione, attraverso una nuova formazione di educatori orientati non solo alla trasmissione di informazioni, ma allo sviluppo di capacità esistenziali.

Lo psicoanalista americano, Erich Fromm, afferma che la risposta matura al problema dell’esistenza è l’amore.

Quindi, l’amore può essere insegnato nelle scuole, in modo maturo e consapevole, perché l’amore è soprattutto la preoccupazione attiva per la vita. È nostra cura promuovere la crescita di coloro che amiamo.

Secondo Fromm, la scuola può essere trasformata in un luogo adatto per insegnare l’amore, tanto quanto studiare musica, pittura, falegnameria, scrittura o architettura.

Imparare ad amare richiede pratica, padronanza e azione continua, per cui lo sforzo e il buon lavoro non lasciano nulla al caso.

Il neuroscienziato portoghese Antonio Damasio ritiene che sia necessario educare in massa le persone ad accettare gli altri, perché se non c’è un’istruzione massiccia, gli umani si uccideranno a vicenda.

Damásio afferma che la vita emotiva e sentimentale sono provocatorie della nostra cultura, generano conflitto o cooperazione, che sono la base fondamentale e strutturale della vita.

Sulla stessa linea di pensiero il filosofo francese Edgar Morin che afferma che la vera crisi è una crisi dei rapporti umani, un’incapacità di costituire relazioni affettive vere, un male antico che è diventato una crisi insostenibile.

Pertanto, sulla base di queste affermazioni, possiamo concludere che la scuola è l’ambiente migliore per decostruire la cultura della “slealtà”.

La didattica dell’affetto può insegnare l’amore come metodo per conoscere noi stessi e per conoscere gli altri.

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