Amore, rispetto e riconoscimento: fattori importanti, ma da non confondere

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By Deborah Doca

more, rispetto, riconoscimento, tutti termini importanti ma, spesse volte, confusi e anche non adeguatamente tenuti nella giusta considerazione.

La nostra società non chiede principalmente queste cose, chiede successo, produttività, risultati.

Forse, ma non solo, è per questo che il malessere sociale ed individuale cresce sempre più, e che molte persone cercano facili surrogati per colmare questi vuoti che, alla lunga, provocano malessere e spengono la voglia di vivere e di impegnarsi.

Partiamo allora dall’esame di un fattore che, da solo, riesce a fugare qualche dubbio in proposito.Valorizzare non significa per forza amare, anzi a volte le due cose possono benissimo anche essere distanti.

Confonderle, più o meno consapevolmente, significa non solo commettere un errore, ma anche generare un po’ di confusione.

Spesso si confonde la valorizzazione e il relativo riconoscimento con la ricompensa delle proprie aspettative personali.

Quante volte, un genitore, si rivolge al figlio dicendo ” se mi vuoi bene dimostramelo” a significare che, ad esempio, un certo risultato è la dimostrazione di affetto e, di contro, il mancato obiettivo può significare l’assenza di sentimento.

Andando avanti con queste concezioni sbagliate si finisce per creare individui depressi se non raggiungono i risultati, ed anche umiliati perchè non meritano amore essendo individui sconfitti.

È una delle classiche mistificazioni sulle quali si basa il pensiero dominante.

L’amore è un sentimento gratuito, prescinde dal risultato. Riconosce lo sforzo, la fatica , l’impegno, e non subisce variazioni se l’esito dovesse essere negativo.

L’amore appartiene all’etica del dono, qualcosa che non si può mettere su un’ipotetica bilancia che misura il valore.

Dimenticarlo significa, più o meno consapevolmente, negarne l’essenza.

L’amore non si deve guadagnare come se si trattasse di un premio, di un aumento di stipendio.

Quando si confondono i due termini, non bisogna allora scandalizzarsi se, per ottenere un riconoscimento, si mercifica l’amore, si mercifica se stessi.

L’amore tiene vicino a sè il rispetto, base essenziale perchè questo sentimento sia vissuto senza tentare prevaricazioni, abusi, ma si fondi sul desiderio di condivisione e di appartenenza.

Il rispetto è la prima qualità che si deve pretendere per se stessi, e per i propri sentimenti.

Non si può pensare di amare senza rispettare, così come non è possibile esigere attenzione se, a nostra volta, non la dimostriamo a chi diciamo di amare.

Il riconoscimento è sicuramente importante, ma appartiene ad una scala di valori diversa.

E non sempre, si declina e si persegue attraverso azioni e comportamenti gratuiti.

Perché il risultato appartiene alla sfida, alla competizione. Ambiti che sarebbe bello fossero delineati da regole e binari morali, ma sappiamo benissimo che non sempre, anzi quasi mai, è così.

Soprattutto, il riconoscimento, è una componente sociale, soggetta quindi a mode, stili di vita, che nulla hanno a che vedere con l’amore ed il rispetto.

È naturale ed umano ricercarlo, ma con la giusta attenzione a non confonderlo e metterlo sullo stesso piano degli altri valori.