Quando nutri d’amore un bambino, lasci a digiuno le sue paure

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By Deborah Doca

Oggi, come non mai, occorre nutrire i propri bambini non solo con il cibo, ma di tanta attenzione, amore, rispetto.

In questo modo non solo la loro salute emotiva ne esce rafforzata e con essa anche la chimica biologica che regola il benessere generale, ma si metteranno a tacere molte paure ed ansie.

Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta specializzato nella salute emotiva dei piccoli, sintetizza perfettamente il compito che ogni adulto deve saper tenere con i bambini, affinchè essi imparino una gestione personale delle loro emozioni in grado di farli evolvere e diventare ragazzi ed adulti consapevoli.

“Non esistono ricette per essere buoni genitori, quanto ogni adulto dovrebbe diventare una sorta di allenatore emotivo per il proprio figlio” scrive Pellai, insegnando loro a gestire le emozioni e ciò che esse determinano a livello mentale e psicologico.

Diversi passaggi aiutano un genitore nel suo compito, ma la cosa fondamentale e non sempre scontata, è che un genitore deve sentire il proprio figlio.

Riuscire cioè a stabilire un rapporto in grado di fare comprendere all’adulto cosa sta provando il bambino e fare sentire il piccolo accettato e capito.

In questo rapporto una componente che non dovrebbe mai mancare è il sorriso.

Non solo è un ombrello naturale in grado di mettere al riparo dai rovesci improvvisi che possono capitare, ma anche un formidabile produttore di buonumore e serotonina.

Dire al proprio bambino, con un bel sorriso, che le cose andranno meglio, ha un impatto emotivo grandioso.

La gestione della tristezza è un altro compito dove si sperimenta un rapporto particolare tra adulto e bambino.

Spesso si tende a chiedere e volere bambini sempre sorridenti e spensierati, come se dovessero ricalcare il copione di una qualche pubblicità.

E cosi, se provano tristezza, la nascondono come qualcosa da tenere segreta.

Aiutare il piccolo a raccontarla, a condividerla, sarà per lui di grandissimo aiuto.

Capirà non solo che non è un qualcosa che va tenuto segreto, ma imparerà anche a gestirla e a padroneggiare sempre più questi stati d’animo poco brillanti.

Dal classico massaggio al cuoricino, come consiglia lo psicoterapeuta, ad una passaggiata insieme, ogni istante è prezioso per aiutare il bambino a parlare di ciò che lo rattrista e trovare insieme al genitore le risposte utili.

Affrontare le paure del bambino è un compito essenziale.

E farlo attraverso il gioco lo rende più motivato e consapevole. Parlare con il piccolo della sua paura principale e motivarlo a scegliere il suo personaggio preferito per affrontarla è un modo saggio e ” giocoso” per stimolare le sue risposte naturali, il suo coraggio, la sua capacità di confrontarsi con la sua paura.

Infine educarlo alla felicità è un aspetto importantissimo. Non al successo, che presuppone sentimenti opposti, competizione estrema, ansia da prestazione.

Alla felicità intesa come sano e rilassato rapporto con se stesso, capacità di accettazione, rispetto della propria persona.

Carl Sandburg, poeta americano, premio Pulitzer per la poesia nel lontano 1961, scrisse:
“Ogni bambino rappresenta il convincimento di Dio che il mondo debba continuare.”
Crediamo sia proprio così.