La nostra infanzia – Quando il social network era la strada

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By Deborah Doca

Abbiamo giocato per strada senza paura, e avevamo molto poco: alcune lattine vuote, alcune biglie, un pezzo di corda!

Eravamo felici dentro, non importava la ricchezza fuori.

Parole che sembrano tratte da un romanzo di chissà quanti anni fa, eppure se ci pensiamo era la vita sino qualche decennio fa, di molte città italiane.

Non di qualche periferia isolata, come forse, ancora oggi qualche notizia ci riporta, ma della nostra infanzia.

Fare paragoni può apparire un mero esercizio di nostalgia, mentre se raccontato ai nostri figli e nipoti, può fare aprire loro gli occhi su un tempo povero di cose materiali, ma ricco di fantasia, inventiva, gioia di scoprire e di vivere.

Certe esperienze, soprattutto quelle che si vivono nella propria infanzia e nella propria adolescenza non si dimenticano facilmente.

Costituiscono le porte attraverso le quali si è cominciato a capire la vita, il mondo.

A riflettere anche su argomenti in apparenza più grandi e però lì a portata di mano, piccoli inviti sui quali si è costruita la propria visione delle cose.

E come tali non si riescono, forse non si possono dimenticare. Insegnanti, compagni di classe, amici di strada, un universo che appariva a portata di mano, qualcosa che riusciva a lasciare segni indelebili.

Il centro delle nostre attenzioni, il fulcro dei pensieri che ci accompagnava ogni sera prima di addormentarsi.

Luoghi, case, ambienti che riempivano le nostre vite, molti dei quali si sono impressi nelle nostre anime.

Chi ha forse dimenticato l’odore dell’erba bagnata dal temporale estivo prima che il sole tornasse a riscaldare la nostra fantasia, o il luccichio dei lampioni che ci ricordava, durante il periodo scolastico che era ora di tornare a casa per la merenda preparata dalla nonna?

Certi momenti sono corsi via rapidamente, e non sempre si pensava di viverli con l’intensità che meritavano, perchè si aveva voglia di diventare grandi presto, di accedere a quel mondo degli adulti che ci pareva essere il palcoscenico al quale tutti ambivamo.

Ritornando però con la mente a quei giorni, e guardando come oggi molti ragazzi trascorrono il loro tempo non può non coglierci una forma di nostalgia.

Abbiamo giocato per la strada senza paura, non esistevamo i pericoli e le minacce presenti oggigiorno, avevamo molto poco, alcune lattine vuote, alcune biglie, un pezzo di corda, ma era quello che riusciva a renderci felici dentro, non importava la ricchezza.

Non guardavamo il costo delle cose, forse non potevamo nemmeno permettercelo, ma eravamo ragazzi pieni di vita.

Questa è stata la nostra infanzia, ed un po’ ci rammarica che oggi non sia più così.

Auguriamo ai giovani di oggi di avere la stessa fantasia e la stessa voglia di scoprire, quella che nasce dal cuore e da niente altro.