La sincronicità rivela: non esiste la casualità e non ci sono coincidenze

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By Deborah Doca

Casualità e coincidenze non esistono, ci rivela la sincronicità.

Vi è mai capitato che un amico vi raccontasse una sua esperienza simile a quella vissuta in prima persona praticamente nello stesso momento?

O sentito una notizia che vi ha rimandato a qualcosa di familiare?
“Che coincidenza!”, si dice in casi simili. Eppure si tratta di qualcosa di diverso.

Carl Gustav Jung nel 1950 introdusse il concetto di sincronicità, ovvero quel legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro, ma non in maniera causale.

La verità è che tutto nella nostra vita è collegato.

Dal passato, al presente e al futuro.

Ogni singola “coincidenza” o incidente di percorso è, in realtà, collegato. Non importa quanto piccolo o grande sia un movimento, si tratta di sincronicità.

Da questo punto di vista quindi, fatti, episodi, soprattutto improvvisi o imprevisti, accadono semplicemente per questo nesso acasuale, come sosteneva Jung.

” La vita, per compiersi appieno, non ha bisogno della perfezione, ma della completezza” sosteneva l’accademico svizzero.

Conoscete il detto: “Quando lo studente è pronto, appare il maestro”?

Questo è esattamente il modo in cui viene spiegata la sincronicità.

Ogni volta che siamo sincronizzati con qualcosa che si desidera veramente, è più probabile che quella cosa accada.

Ecco il motivo per cui persone simili si incontrano, come direbbe qualcuno, “per caso”.

Molte persone, interrogate su questo, si chiedono: ma è possibile creare questa sincronicità, agevolarla in qualche modo?

Bene, la risposta è affermativa.

La sincronicità funziona meglio per le persone che credono sia possibile. Quindi, per cominciare, si dovrebbe credere, smettendo di dire che ogni evento è un incidente o una coincidenza.

Il fatto è che, se si dice questo, si sta inviando un debole segnale spirituale all’universo, in contrasto con il forte segnale che l’universo manda sincronizzando tutto quello che ci circonda.

Comprendendo la sincronicità e vedendo le cose non come una persona ordinaria, ma come una persona connessa, siamo in grado di connetterci più profondamente con la nostra dimensione interiore e, in realtà, non lavorare duro per far accadere le cose ma lasciare che esse accadano, se devono accadere.

Qualcosa di diverso dal pragmatismo ossessivo che contorna il pensiero moderno.

In altre parole, la comprensione della sincronicità si traduce nel creare armonia in tutto ciò che si cerca, ed essere consapevolmente consapevoli di tutto ciò che accade intorno alla propria vita.

Divenendo, grazie a questo stato d’animo, persone migliori, più consapevoli e leggere mentalmente.

Un ottimo esempio per spiegare questo concetto con parole semplici è quello dello specchio.

La sincronicità riflette quello che siamo, ciò che sentiamo, dandoci al contempo la possibilità di correggere la rotta se siamo capaci di vedere il contorno di tutte le immagini riflesse. Non solo noi stessi, ma l’insieme.

Ecco perchè quando sbattiamo contro qualcuno, diremmo casualmente, quello che la scienza e la logica definirebbe come incontro casuale, in realtà avviene perchè qualcosa doveva accadere.

Attenzione, non ci sono tutte le risposte pronte in questa logica, niente è meccanico.

Sta alla singola persona riuscire a capirlo e collegarlo con qualcosa di più vasto e profondo.

“La sincronicità è una realtà sempre presente per coloro che hanno gli occhi per vedere.”
– Carl Gustav Jung