Poche cose nella vita sono più oneste della fatica.

Foto dell'autore

By Deborah Doca

È faticosa l’onestà, molto e poche cose nella vita sono più oneste della fatica.

Quando ci si sente stanchi è perché, in un modo o in un altro, sono finite le energie, si entra in riserva.

Può essere uno stato fisico, e spesso è così, perché lavorare e correre costa impegno, fatica.

Ma la stanchezza può essere anche mentale, psicologica, ed è il sintomo di una fatica che si pensava potesse essere controllata ma che, ad un certo punto, esplode e non si può continuare ad ignorare.

In questo il sintomo della fatica è onesto. Perché non mente, non ci parla di qualcosa astratto, ma di una sensazione che proviamo sulla nostra persona in tutta la sua interezza.

Così come ci stanchiamo se abbiamo faticato fisicamente, lo stesso avviene quando sentiamo il peso di un rapporto ormai logoro, una relazione contrassegnata solo da combattimenti e difficoltà.

Ci si stanca di chiedere sempre spiegazioni, di qualcuno/a che non conosce il verbo dare, condividere, di dovere sempre rincorrere.

La fatica di tutto questo è il miglior segnale, il perfetto campanello di allarme che segnala come non più prorogabile una decisione, anche estrema. Di quelle che, per troppo tempo, si è sempre rinviata.

I sintomi dell’affaticamento emotivo e psicologico non sono affatto leggeri: insonnia, stanchezza fisica e mentale, irritabilità, mancanza di desiderio, scarsa resistenza alle malattie.

Segnali che non si devono accogliere come un ulteriore peso, ma che devono essere analizzati come una spinta a mettere un punto a determinate situazioni.

La cosa incredibile, infatti, è che i sintomi passano velocemente quando si decide di prendere finalmente una posizione di fronte a situazioni che infastidiscono.

Un sollievo comincia a sentirsi, mentre una sensazione di libertà prende il sopravvento nell’anima e ci si sente sempre più determinati e forti per iniziare una nuova vita.

Quando siamo stanchi, e però decisi a voltare pagina, le spiegazioni, l’insistenza o le dichiarazioni d’amore contano poco.

Niente di tutto questo fa differenza perché semplicemente impariamo ad amare noi stessi e vedere la vita con altri occhi differenti.

Non si accettano più i “Ti amo” di circostanza come premio di consolazione, e nemmeno la compagnia per consuetudine. In altre parole, essere stanchi è un grido di libertà della mente, forte, potente, risoluto.

Nessuno può nuotare controcorrente per tutta la vita. Arriva un momento in cui il corpo si stanca e la mente richiede aiuto.

Albert Camus nella sua infinita saggezza afferma che “l’uomo ha due facce: non può amare nessuno se non ama se stesso”.

È disarmante, per quanto vera, questa affermazione. E non sempre la si tiene nel giusto rilievo quando si vivono rapporti sbilanciati, quando si subisce in omaggio a non si sa bene cosa.

Per vivere in maniera completa e soddisfacente una relazione il rispetto di se stessi è fondamentale per riuscire ad amare compiutamente.

Quindi, man mano che i sintomi della stanchezza persistono, è ora di agire. Uscire dalla zona di comfort e prendere una posizione di fronte ai fatti.

Cosa ne dite? Scriveteci le vostre opinioni e le vostre esperienze e condividete l’articolo con i vostri amici, lo apprezzeranno!