Ama senza dipendere, vivi senza invadere

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By Deborah Doca

Ama per amore, ama senza dipendere, senza invadere, senza diventare dipendente di quell’amore.

A volte rischiano di fare sorridere quelle belle frasi sull’amore, dichiarazioni piene di belle intenzioni, promesse, impegni.

Poi, alla prima prova, ecco le prime falle, mugugni, ripicche quando non epiloghi, purtroppo, sempre più frequenti e attuali.

Perché accade questo? Dove sono le cause di questa continua mancanza di coerenza tra quanto promesso e quanto mantenuto?

Sicuramente l’ambiente, se così si può definire, non aiuta. La società contemporanea premia il successo, il possesso, l’immagine.

E perdere ” l’oggetto ” desiderato non è mai facilmente accettato.

Perché, ed è giusto gettare le maschere patinate di qualche spot di successo, oggi amare significa possedere e mostrare.

E questo viene ricamato impropriamente come amore.

Sicuramente una mancanza di sensibilità, certamente un fraintendimento di fondo sul vero significato di questo termine.

Oriana Fallaci, inviata in giro per il mondo, arrivò nei pressi della casa di Alekos Panagulis in una calda serata di maggio.

Lui era una sorte di eroe, un poeta e rivoluzionario che aveva trascorso anni di carcere duro per avere attentato alla vita del capo della giunta militare.

Non furono le rose a conquistare il cuore di Oriana, quanto le parole che Panagulis pronunciò, rispondendo lentamente, alla sua domanda; ” Cosa significa , Alekos, essere un uomo?”

“Significa – rispose lui – avere dignità, anche coraggio. Soprattutto significa amare senza mai permettere ad un amore di diventare un’ancora…”, concluse.

Non c’erano parole più belle per descrivere i contorni di una parola tanto abusata come amore.

Libertà, senso di fiducia, responsabilità. Quello che non ha bisogno di ancore, ciò che non deve essere fissato e trattenuto.

Un sentimento da vivere senza costrizioni, controlli, pedinamenti, purtroppo anche violenze come leggiamo sempre più di frequente sui notiziari di quasi ogni giorno.

Da tempo psicologi, terapeuti, esperti di comportamento ammoniscono sul non confondere termini come amore e possesso.

Invitano a continue sessioni di coppia sul valore propositivo e non restrittivo di una relazione, insistono su concetti quali stima di sé e responsabilità come fondamenta di un rapporto forte e maturo.

Sembra che questi sforzi volenterosi non sortiscano i risultati sperati quando reati di varia natura vengono ormai comunicati quasi ogni giorno.

Significa che tutto questo sforzo è inutile? Certamente non è così, ma un concetto deve essere chiaro.

Amare non è un corso, al pari di una specializzazione post laurea che si apprende in qualche lezione.

Vivere l’amore è un qualcosa che si affina cammin facendo, come tante altre esperienze della vita.

Quindi occorrerebbero meno teorie e più concetti di fondo sull’arte di imparare a vivere.

Valori come rispetto devono tornare ad essere le basi di un rapporto, se si vuole evitare la tentazione di inquinare un sentimento tanto nobile come l’amore.

Termini come sensibilità devono essere vissuti e non sbandierati a caso se si vuole evitare che un abbraccio non diventi mortale, che una storia non si sciupi per mancanza di respiro, di orizzonte, di libertà.

Le storie vere non sono romanzi da rotocalco, episodi di una qualche soap opera di prima serata.

Così come non lo è la vita. Imparare a riflettere, ognuno con sé stesso, su questi concetti é l’unica via per imparare ad amare se stessi e, di conseguenza, un’altra persona.

Tutto il resto chiacchiere, anche belle, da rotocalco patinato.