Depressione: quella sensazione che niente intorno a te sia aggraziato

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By Deborah Doca

La depressione è anche questo: quella sensazione che niente intorno a te sia aggraziato…

Depressione: per molti, freschezza.
Per gli altri: mancanza di fede.
Per alcuni, la pigrizia.

Ed è tutto questo elenco di etichettature e definizioni che getta una persona depressa sempre più in basso, in fondo al pozzo del male oscuro.

Purtroppo viviamo in una società che non capisce la depressione. Forse non vuole.

Alcuni anni fa, ho convissuto anch’io con questo piccolo mostro.

Questo mostro che rende il nostro mondo così incolore, senza vita e privo di significato.

Alzarsi al mattino era un peso enorme.
Ti senti infinitamente stanco mentre realizzi che dovrai affrontare la giornata quando tutto è così vuoto e triste dentro di te.

È una dura battaglia…

Per alcuni questo stato d’animo è “mancanza di gratitudine per la vita”.

Sono riusciti a farmi sentire in colpa per molto tempo. Pensavo di sprecare il dono della vita, mi faceva sentire peggio.

Ma poi ho co,preso che il dolore mi aveva reso incapace. Non il dolore fisico, ma il dolore dell’anima.

Anche i pasti erano difficili. A volte mangiavo senza mai sentirmi sazio, altre volte invece, non riuscivo a mangiare nulla.

Il dover vivere con delle persone, anche care, mi logorava. Mi sentivo a disagio ovunque andassi, non avevo più la cognizione del tempo e tutto, letteralmente tutto, mi sembrava spento.

Tornavo a casa sfinito. Sempre più sfinito. Allora smisi di indossare quel sorriso finto, di portare una maschera. Non mi costringevo più ad uscire. Gli altri iniziarono a trovarmi noioso.

Queste persone non sapevano che sforzo enorme dovessi compiere per trovarmi con gli altri.

Che mi sentivo solo tra la folla. Che non mi sentivo bene in nessun posto e nella vita di nessuno.

E poi arrivò la notte e il sonno divenne il mio rifugio. Mi addormentavo pensando: chissà, domani forse il dolore sarà passato…

Ma poi venne l’alba e con lei si svegliò anche il dolore, l’angoscia che stringeva il mio petto.

E poi iniziai a piangere…

Penso che a nessuno piaccia sentirsi in questo modo. Provare tanta tristezza al punto di sentirsi impotenti.

Penso che a nessuno piaccia non vedere la grazia nella vita, nelle cose, negli amici e nei luoghi.

Penso che a nessuno piaccia uscire di casa con il peso del mondo sulle spalle.

Guardarsi allo specchio e non vedere bellezza.
Desiderare solo il sonno. Dormire per far passare il tempo velocemente.
Per non provare dolore. Per non piangere. Per non sentire tutta quell’angoscia.

Ho combattuto. Non è stato facile.

Dovevo riconoscere il mio bisogno di aiuto e che il drago – la depressione – mi stava divorando lentamente.

Non è accaduto durante una notte, ma gradualmente mi sono ritrovato.

L’incomprensione delle persone fa sì che molti depressi nascondano ciò che sentono, per paura dei giudizi.

L’AIUTO NON È giudicare questo male come mancanza di religiosità, fede o qualcosa del genere.

L’AIUTO è guidare la ricerca di aiuto, è supporto, ascolto, comprensione.

L’empatia risolve molto.
A volte, tutto ciò di cui si ha bisogno, è uno spazio per poter parlare, per portare fuori ciò è dentro.
Senza paura di essere criticati, derisi, sviliti.
Senza nessun giudizio…