Anche l’empatia ha il suo lato oscuro – Gli aspetti più segreti degli empatici

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By Deborah Doca

Sentiamo parlare spesso di empatia, talvolta scambiando gli empatici per una sorta di veggenti, individui capaci di leggere la realtà in maniera profonda e consapevole.

Sicuramente la sensibilità che li caratterizza è molto spiccata, come la capacità di analizzare persone e situazioni in un batter d’occhio. Il mondo in cui vivono però, è il nostro, non quello immaginario.

E quindi finiscono per assorbire, anche più in profondità, gli aspetti negativi, le emozioni meno gradevoli.

Se ne fanno carico non per una forma di masochismo, ma in maniera involontaria, proprio per la loro specifica sensibilità.

Gli empatici sono generosi, tendono ad attirare, come calamite , problemi e difficoltà del prossimo. Prossimo che si appoggia a loro come ad un sostegno invincibile finendo per prosciugarne energie e risorse.

Così come sono capaci di sentire i lati positivi, amorevoli, di riconoscerne i tratti distintivi con immediatezza, lo stesso avviene per i campi negativi e per il dolore che accompagna le nostre vite.

Questo risulta, se non equilibrato e schermato a dovere, spossante e faticoso per tutti gli empatici.

La tendenza di una persona dotata di empatia, è quella di mettere se stessa in secondo piano, spinta com’è dal desiderio di aiutare e dare agli altri.

In questa vocazione si immerge quindi nei problemi e nel caos di coloro che ricevono la sua disponibilità, finendo per sentirsi spesso sovrastata dalle energie negative.

La guerra tra la sua parte migliore ed il male che assorbe e riesce a riconoscere con immediatezza, è quindi costante.

Una lotta giornaliera che produce sfinimento e può adombrare la ricchezza interiore della persona.

È fondamentale quindi per gli empatici, riuscire a staccare la spina, ripararsi in qualche luogo dell’anima che non possa essere sempre essere messo alla prova e subire questa guerra costante.

Il bisogno di silenzio, armonia, positività per una persona empatica è più necessario e vitale rispetto a chiunque altro.

La fatica che sostiene , anche inconsapevolmente, deve essere rigenerata e ripristinata di frequente.

Preferendo dare piuttosto che ricevere, gli empatici non sono inclini a chiedere sostegno e se non aiutati e sostenuti nel loro bisogno di isolamento, rischiano di disperdere quello che di unico li caratterizza.

Cosa ne pensate? Conoscete degli empatici o lo siete voi stessi?
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