Ogni persona combatte la propria battaglia interiore

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By Deborah Doca

Ognuno di noi ha combattuto o combatte la propria battaglia interiore (alcuni addirittura una sorta di Terza Guerra Mondiale).

Una battaglia di cui molte volte non conosciamo i dettagli più importanti, perché sono registrati solo nella mente della persona che la vive.

D’altra parte, una persona con buone o cattive intenzioni, raramente è consapevole di quanto possa essere difficile per gli altri e per se stessa.

Questa inconsapevolezza diventa frequente per una ragione estranea all’intenzione: la nostra mente è come una locomotiva che crea pensieri senza sosta, in modo frenetico e vertiginoso.

Ruota intorno a tutto, elabora ipotesi su ciò che accade intorno a noi, fa ipotesi, crea nuove idee e concetti, pensa e ripensa, anticipa il peggio e giudica gli altri …
E anche se stessi. Certo.

Quel pensare martellante, incessante ci tortura, ci danneggia e come conseguenza ci lascia “spazzatura mentale”.

Gli scienziati affermano che abbiamo più di 60000 pensieri al giorno. Si stima che questi pensieri (circa l’80%) nella maggior parte delle persone siano negativi, tossici, disfunzionali …

Agiamo in automatico la maggior parte del tempo. Pertanto, siamo estremamente influenzati dalle nostre convinzioni; convinzioni che si sono formate nella nostra prima infanzia e si sono radicate attraverso le nostre esperienze.

Alcune di queste sono situate nel nostro subconscio e da queste nascono i nostri pensieri e giudizi più immediati.

La mente e i suoi inganni

Se alcune delle tue convinzioni sono sbagliate o malsane, anche molti dei tuoi pensieri e giudizi saranno sbagliati.
Noi giudichiamo costantemente, giudichiamo noi stessi e gli altri.

La nostra mente emette dei giudizi per proteggerci, per la sua stessa sopravvivenza, ma questo non significa che questi giudizi sostengano lo scopo per cui sono stati “convocati”.

Pensiamo che l’altro abbia lo stesso nostro punto di vista, ma non è così. Ognuno percepisce la vita con occhi diversi, c’è chi intende o vede una cosa e chi ne vede o intende un’altra.

È un errore credere che tutti dovrebbero avere il nostro punto di vista ed è per questo errore che osiamo giudicare gli altri e noi stessi.
Anche giudicare il passato con il “senno di poi” è un errore.

Non sono le persone a farci soffrire, ma le aspettative che ci creiamo su di loro.
Vorremmo che gli altri fossero come li immaginiamo e non siamo in grado di accettarli come sono realmente.
Questo rappresenta l’inizio e la fine della battaglia, allo stesso tempo.

L’accettazione e l’amore guariscono tutto

Quando comprendiamo che ognuno combatte la propria battaglia, riusciamo ad essere più comprensivi, a rispettare meglio le ombre e le inquietudini altrui, giudichiamo meno e restiamo meno delusi dagli atteggiamenti di chi ci sta intorno.

Quando qualcuno ci attacca, potrebbe trattarsi di un attacco inconsapevole, frutto di ombre e immagini che arrivano dal passato, del bisogno di protezione.
Mai giudicare velocemente, ma fermarsi a riflettere per comprendere meglio chi abbiamo difronte.

Rispetto e comprensioni sono fondamentali per la nostra serenità, insieme all’amore per il prossimo.
I giudizi, quando sono indispensabili, devono essere almeno flessibili.
L’amore ci dà la felicità, il giudizio severo ci porta la sofferenza.

Vittima o responsabile nella battaglia?

Se smettiamo di giudicare e iniziamo a guardare con i nostri cuori, le nostre sofferenze cominceranno a scomparire.
Possiamo scegliere se vivere le nostre battaglie con un atteggiamento da vittima, oppure con un atteggiamento responsabile.

La vittima cerca giustificazioni, mente, accusa, si lamenta e si arrende.

Il responsabile si arma di coraggio e affronta la sua battaglia, consapevole che solo lui può cambiare la sua realtà.

La vita ci offre le esperienze necessarie per affrontare le cose, ma l’atteggiamento, dipende da noi.
Chi non impara dalle sue esperienze, è condannato a ripetere i suoi errori.

Articolo che offre importanti spunti di riflessione e da condividere!