Esaurimento psicologico: quando l’ultima goccia riempie il bicchiere

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By Deborah Doca

L’esaurimento psicologico ci indebolisce fisicamente e mentalmente.
Si tratta di una dimensione che si pone come un risultato di “molti” : molte decisioni, molti pensieri, molto lavoro, molti obblighi, molte interruzioni, molta ansia…

Allo stesso tempo, è un riflesso di molti “pochi”: poco tempo e di poca qualità per se stessi, pochi svaghi, poche ore di sonno, poca pace interiore…

Abbiamo vissuto tutti questa situazione nella vita, questa usura in tutti i campi, in tutti i sensi.

È importante essere consapevoli che un cervello stanco, psicologicamente esausto, lavora e risponde agli stimoli in modo diverso.

Il neuroscienziato Matthew Walker, ha dimostrato che le persone mentalmente affaticate, hanno una percezione più negativa della loro realtà.
Inoltre, sono emotivamente più sensibili.

Ci si sente stanchi e privi di forze, seduti in un solitario angolo di scoraggiamento, dove tutto perde la sua ragione d’essere, il suo splendore, la sua spontaneità …

Siamo portati a pensare che un esaurimento psicologico dipenda da un fatale accumulo di errori, decisioni sbagliate, fallimenti o delusioni.

Non è vero.
Il più delle volte, è il risultato diretto di una quantità eccessiva di compiti e attività che intraprendiamo senza rendercene conto.

Conosciamo tutti la metafora che spiega come la percezione della nostra realtà dipenda a volte da come vediamo il bicchiere: mezzo pieno o mezzo vuoto.

A tal proposito vogliamo porvi la seguente domanda:

E voi, avendo in mano quel bicchiere, quanta acqua potreste gestire?
A volte basta una goccia per riempire il bicchiere e raggiungere i limiti della nostra forza.

Esaurimento psicologico, un problema molto comune

Inizia un giorno qualunque, in cui quasi improvvisamente, risulta difficile prendere delle decisioni, lo stato d’animo diventa irregolare, la concentrazione diventa faticosa e arriva l’insonnia.

Nella mente si attiva una specie di sensore che indica che qualcosa non va, ma si è incapaci di stabilire cosa.

Quello che probabilmente sta accadendo, è che i “molti” di cui parlavamo all’inizio, sono diventati troppi e sfuggono alla capacità di controllo.
Il bicchiere da molto pieno, diventa “troppo” pieno.

Vediamo ora come la fatica mentale influisce sulle nostre vite.

Segni e conseguenze dell’esaurimento psicologico

Affaticamento fisico e perdita di energia:
ci si alza al mattino con la ferma convinzione di non riuscire ad affrontare la giornata.

Insonnia:
inizialmente ci si sveglierà improvvisamente la notte, ma in seguito si potrebbero incontrare molte difficoltà per addormentarsi.

Perdita di memoria:

secondo un articolo pubblicato sulla rivista “The Journal of Forensic Psychiatry & Psychology”, l’esaurimento psicologico spesso produce un cambiamento cognitivo chiamato “effetto di disinformazione”.
Questo fa confondere i dati, ricordare le informazioni in modo non corretto, mescolare immagini, persone, situazioni …

Fra i sintomi fisici, è comune sentire palpitazioni, avere problemi digestivi, soffrire di mal di testa, incorrere nella perdita o nell’ aumento eccessivo di appetito …

A livello emotivo ci si sente sensibili e allo stesso tempo apatici, arrabbiati e pessimisti.

Inoltre, un’altra caratteristica comune, è l’anedonia, cioè l’incapacità di provare piacere, di godere le cose come prima, di nutrire speranze.
La vita diventa grigia e il mondo è sospeso in un orizzonte lontano, dove si sente il suo rumore in lontananza …

Come affrontare l’esaurimento psicologico

Eric Hoffer, scrittore e filosofo statunitense, disse che la peggiore stanchezza deriva dal lavoro incompiuto.
Questa è una grande verità.

A volte la vera stanchezza è composta da tutto ciò che vogliamo fare e non facciamo. Per tutti quegli obiettivi quotidiani che ci proponiamo e che non possiamo realizzare.
Ci sentiamo frustrati perché il nostro livello di esigenza o le pressioni dell’ambiente, sono molto alte.

Alla fine, la goccia riempie il bicchiere e il bicchiere è già pieno.

È in questo momento che tutto sfugge dalle nostre mani.
Quindi quello che dovremmo fare in questi casi, prima di tutto, è diventare consapevoli di ciò che sta accadendo.

L’esaurimento psicologico è lì e dobbiamo impedire alla “creatura” di diventare più grande, più oscura e oppressiva.

Riflettiamo, quindi, sulle sue dimensioni, su quei passi che dovremmo mettere in pratica.

I 3 permessi che bisogna darsi per sfuggire alla stanchezza mentale

1- Il permesso di ritrovarsi

Siamo imprigionati da strati di preoccupazioni, di doveri, di ansie, fino al punto di dimenticare noi stessi. Concediamoci il permesso di ritrovarci!
Proviamo a trascorre almeno un’ora, ogni giorno, in un ambiente tranquillo, privo, possibilmente, di tutti gli stimoli superficiali ( suoni, luci artificiali, telefoni, tablet …)

2- Il permesso di stabilire le priorità

Questo è indubbiamente un punto essenziale.
Ricordare che è una priorità ciò che ci identifica, ciò che amiamo, ciò che ci rende felici.
Il resto sarà secondario e non sarà degno di un simile investimento emotivo e personale da parte nostra.

3- Il permesso di essere meno esigenti

Il giorno ha 24 ore e la vita, che ci piaccia o no, è limitata. Impariamo ad essere realistici, prendiamo tempo senza fare pressione su noi stessi e senza chiedere che tutto sia perfetto. A volte è sufficiente che tutto sia uguale a ieri, con il suo equilibrio umile e tranquillo.

Per concludere, pur consapevoli che viviamo in un mondo esigente, impariamo ad accettare i nostri limiti: non possiamo fare tutto.

Siamo fatti di pelle, carne, cuore e tendini che dovrebbero essere nutriti con tempo, riposo, tranquillità e svago di qualità. Impariamo a dare priorità alla nostra salute mentale a prenderci cura di noi stessi come meritiamo …